AREE D'INTERVENTO:
1 DISTURBO DA PANICO
Analizzando i disturbi da panico possiamo trovare i seguenti sintomi:
- Aumento della frequenza cardiaca
- Sudorazione
- Tremori
- Difficoltà a respirare (dispnea) o sensazione di soffocamento
- Dolori o fastidi al petto
- Nausea o disturbi addominali
- Vertigini, stordimento, sensazione di “testa leggera” o svenimento
- Sensazione di irrealtà
- Sensazione di essere distaccati da se stessi (depersonalizzazione)
- Paura di perdere il controllo o di impazzire
- Paura di morire
- Torpore o formicolio (parestesie)
- Vampate di calore o senso di freddo improvviso
Generalmente si instaura nella persona un circolo vizioso in quanto i sintomi mentali (cognitivi) peggiorano i sintomi fisici e viceversa.
La frequenza e la gravità degli Attacchi di Panico sono molto variabili.
L’Attacco di Panico (soprattutto quello seguito dall'aumento della frequenza cardiaca) viene vissuto dal soggetto come un’ esperienza terribile, improvvisa ed inaspettata, "a ciel sereno" e non è infrequente che la persona, terrorizzato, si rechi al pronto soccorso.
Immediatamente la paura di un nuovo attacco di panico diventa dominante e tale “paura della paura” è responsabile della tendenza all’evitamento di tutte le situazioni ritenute pericolose ed il paziente diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che può sfociare, a sua volta, ad una depressione secondaria.
Frequentemente al Disturbo di Panico si associa la cosiddetta "Agorafobia", ovvero l’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nei quali potrebbe non essere disponibile un aiuto, nel caso di un attacco di panico inaspettato.
Talvolta, diventa praticamente impossibile uscire di casa da solo per il soggetto, viaggiare in treno, autobus, aereo, metropolitana o guidare l’auto, guidare nei tunnel, sui ponti stare in mezzo alla folla o in coda, in banche, ascensori, supermercati.
Tutte queste modalità di comportamento risultano, quindi, molto limitanti per la vita del soggetto e responsabili, in alcuni casi, anche di serie difficoltà nei rapporti interpersonali (familiari, di coppia, di amicizia).
La qualità della vita può essere, quindi, gravemente compromessa dal disturbo di panico se non viene curato.
2 DISTURBO POST - TRAUMATICO DA STRESS
Questo disturbo è caratterizzato da una serie di sintomi che seguono un evento traumatico particolarmente intenso, drammatico, pericoloso. L’evento traumatico può riguardare direttamente la persona che in seguito svilupperà il disturbo oppure persone ad essa vicine.
Gli eventi traumatici possono essere di varia natura ( aggressioni, violenze sessuali, sequestri, terremoti, incidenti, calamità naturali ecc.) e devono rappresentare un forte rischio per la vita o per la salute della persona, dei propri familiari, amici.
CARATTERISTICHE:
- Presenza di pensieri intrusivi o sogni, a forte contenuto ansioso, che hanno come tema il contenuto dell’evento traumatico;
- Presenza di occasionali stati dissociativi in cui alla persona sembra di rivivere il trauma;
- Se esposta a situazioni che ricordano il trauma la persona può reagire con intensa ansia, angoscia, terrore e mette in atto risposte comportamentali di fuga;
- Si possono manifestare perdita di speranza e interessi, mancanza di piacere, difficoltà nel provare o esprimere emozioni;
- La persona può vivere uno stato permanente di allarme che comporta una eccessiva attivazione fisiologica; questo continuo stato di pericolo può comportare ansia, agitazione, scoppi di collera, disturbi del sonno ed altri sintomi.
- Un evento catastrofico imprevisto ci lascia disarmati rispetto alle nostre abituali capacità di prevedere gli eventi, di poter elaborare strategie di "problem solving" o utilizzare le nostre esperienze passate.
- Un evento traumatico grave comporta la riorganizzazione del nostro abituale modo di pensare e prevedere le cose, ci lascia disarmati rispetto alla nostra capacità di essere padroni del nostro destino.
LA CURA
La cura del Disturbo Post Traumatico da Stress può essere affrontata clinicamente in diversi modi, poiché rientra nella categoria generale dei Disturbi d’Ansia .
Lo Scopo della terapia è aiutare il soggetto ad identificare e controllare i pensieri e le convinzioni negative, identificando gli errori logici contenuti nelle convinzioni e le alternative di pensiero e di comportamento più funzionali e vantaggiose in relazione all’evento traumatico vissuto.
LE TECNICHE
- Esposizione: il soggetto viene invitato a rivivere l’avvenimento nella propria immaginazione e a raccontarlo al terapeuta. La procedura di esposizione si pone l’obiettivo di permettere al paziente di percepire e valutare in modo "controllato" l’oggetto della propria paura.
- Ri-etichettamento delle sensazioni somatiche. La discussione concreta sulla natura di diverse sensazioni favorisce un' identificazione dei sintomi fisici legati all'ansia che permette al soggetto di non associare automaticamente il sintomo al disturbo d'ansia.
- Rilassamento e respirazione addominale. Le tecniche di rilassamento e di educazione respiratoria sono uno strumento che la persona può utilizzare quotidianamente ed in modo autonomo per alleggerire la tensione e lo stress.
- Ristrutturazione cognitiva: il soggetto può essere aiutato a riconoscere i propri pensieri automatici legati all’evento traumatico, pensieri intrusivi, rapidi ed istantanei; l’allenamento nel percepire i propri pensieri ed i propri atteggiamenti è molto importante in quanto attraverso questa procedura il paziente si rende consapevole di come effettivamente modifica il proprio stato emotivo.
3 DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
Il Disturbo Ossessivo – Compulsivo è caratterizzato dalla presenza di Ossessioni e/o Compulsioni.
L’80% dei pazienti con DOC presenta sia ossessioni che compulsioni, circa il 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni.
Il disturbo ossessivo compulsivo è una forma di controllo dell’ansia, dove il rituale si presenta con una duplice valenza, che spesso si trasforma nel tempo:
- inizialmente la persona si sente in grado di gestire le situazioni proprio grazie al rituale che la fa sentire meglio e la rassicura,
- successivamente, col passare del tempo, quella che sembrava una soluzione si trasforma a sua volta in un problema, perché la persona si ritrova schiava del suo stesso rituale e sente di non potersene liberare.
Generalmente è nella seconda fase del disturbo che le persone sentono di avere bisogno di un aiuto specialistico e ricorrono al supporto di una terapia:
- è la sensazione di essere ostaggio del rituale, che in alcuni casi, per essere eseguito, può arrivare ad occupare gran parte della giornata di chi lo mette in atto, con ripercussioni importanti nella vita lavorativa e relazionale.
Ma capiamo meglio come questo disturbo si presenta:
- a volte il rituale è solo mentale e prevede la ripetizione di formule o preghiere,
- altre volte il rituale è un’azione che va ripetuta più volte (ce ne sono molti e di molti tipi, a partire dai lavaggi delle mani o di parti del corpo, i controlli del gas o della portiera dell’auto, ecc…).
- Può essere un numero preciso di controlli da effettuare oppure può essere una sensazione “positiva” da raggiungere, che permette di poter interrompere il rituale in atto.
Ci sono motivazioni precise per le quali i rituali vengono eseguiti:
- a volte servono per far andare bene le cose, ad esempio un esame, un incontro, ecc.;
- altre volte servono per evitare disgrazie a sé o ai propri cari,
- altre volte ancora si eseguono per riparare qualcosa che è già accaduto a cui bisogna porre rimedio.
4 DISTURBI FOBICI
La fobia è una paura marcata e persistente, irrazionale e sproporzionata rispetto al reale pericolo, provocata da determinate situazioni, oggetti o persone.
L’esposizione allo stimolo fobico provoca una reazione ansiosa immediata, caratterizzata da sintomi quali tachicardia, senso di soffocamento, vertigini, sudorazione, disturbi gastrici, nausea, tremori etc.
Il soggetto affetto da questo disturbo mette in atto comportamenti di evitamento nei confronti delle situazioni o condizioni temute e questo può, nei casi più gravi, limitare la sua autonomia al punto tale da interferire significativamente con la normale routine dell'individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le attività o le relazioni sociali.
Possiamo distinguere:
- FOBIE GENERALIZZATE: (Agorafobia e Fobia sociale)
- Per Agorafobia si intende l’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso di un attacco di panico inaspettato o sintomi tipo panico.
- Per Fobia sociale si intende la paura e l'evitamento delle situazioni sociali o prestazionali, nelle quali si è esposti al possibile giudizio degli altri, per il timore di apparire imbarazzati o ridicoli.
- FOBIE SPECIFICHE:
a) degli animali. Fobia per gli insetti o animali
b) dell' ambiente naturale. Fobia dei temporali, altezze, acqua, ecc.
c) per il sangue - iniezioni - ferite.
d) Tipo situazionale. trasporti pubblici, tunnel, ascensori, volare,etc.
e) di altro tipo.
Abbiamo detto che la paura ed il disagio percepiti dal soggetto sono sproporzionati rispetto alla reale entità delle situazioni da affrontare, che spesso sono banali, come lavorare o scrivere mentre si è osservati, chiedere informazioni, a volte bere in un bar o mangiare in un ristorante, usare bagni pubblici, rispondere al telefono oppure telefonare a qualcuno che non si conosce ecc.
Queste condotte di evitamento determinano disagi nelle relazioni interpersonali e conseguente tendenza all’isolamento sociale.
5 INSONNIA
Per insonnia intendiamo la difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno o la tendenza a svegliarsi troppo presto la mattina.
Possiamo distinguerla in:
- insonnia iniziale (difficoltà ad addormentarsi)
- insonnia centrale (frequenti risvegli durante la notte)
- insonnia tardiva (risveglio mattutino precoce)
La Durata dell’insonnia varia da un individuo all’altro e può subire modificazioni nel corso della vita di una stessa persona.
Può essere quindi:
- occasionale (da una a tre notti)
- transitoria (da tre notti a tre settimane)
- cronica (più di tre settimane)
6 DEPRESSIONE
E' un disturbo molto diffuso tanto che ne soffre dal 10% al 15% della popolazione, con una frequenza maggiore tra le donne.
I principali sintomi:
- Umore depresso (tristezza) per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri
- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno
- Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno
- insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
- Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
- Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
- Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno
- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno
- Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano specifico per commettere suicidi.
La depressione si può manifestare come:
- un singolo episodio transitorio (episodio depressivo)
- un vero e proprio disturbo (disturbo depressivo).
- Disturbo Distimico caratterizzato dalla presenza di umore cronicamente depresso, per un periodo di almeno due anni. In questo disturbo i sintomi depressivi sono meno gravi nonostante la maggiore durata
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