Il Training Autogeno di Schultz
Il Training di Schultz è una tecnica che, nata come una vera psicoterapia, può essere utilizzata in campo medico, psicopedagogico, sportivo, come psicoprofilassi al parto, e in generale come uno strumento utile per raggiungere un pieno benessere. Tutti quanti infatti, in particolari periodi della propria vita possono essere sottoposti a situazioni di stress più o meno prolungato che possono portare anche all'insorgenza di distrubi psicosomatici di varia entità, oltre che provocare un vissuto di ansia e di insoddisfazione personale: si ha l'impressione di non avere più energie, non si riesce a mantenere la concentrazione voluta nel lavoro, nello studio, nello sport. L'apprendimento e la pratica del Training Autogeno possono garantire il riequilibrio del nostro sistema neurovegetativo, migliorando sensibilmente la nostra qualità di vita.
Il Training Autogeno nasce, ci ricorda il Professor Luciano Masi, come una vera “psicoterapia di tipo breve, fondata sui principi dell'ideoplasia e della concentrazione psichica passiva, che consente di realizzare, mediante uno speciale allenamento psicofisico, l'equilibrio neurovegetativo, la calma e positive modificazioni di personalità”. Il Training Autogeno consiste infatti, in un “apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva … studiati allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell'attività cardiaca e polmonare, dell'equilibrio neurovegetativo e dello stato di coscienza” (Crosa, 1968).
La tecnica inventata da Schultz è, infatti, una tecnica autogena, ovvero che “si genera da sé”, nel senso che ogni eventuale modificazione psicofisica, registrabile nel corso dell'allenamento, deve prodursi in modo spontaneo, ovvero autogenerata.
Per comprendere il senso di queste modificazioni che ci producono con il Training Autogeno è necessario introdurre il concetto di concetto di “ideoplasia”. Proprio negli anni in cui Schultz compiva i suoi studi, Forel, un medico che analizzava la fisiologia dei fenomeni ipnotici, coniò, infatti, il termine ideoplasia che indicava, letteralmente, la capacità di un elemento ideativo (ovvero di un pensiero, di un'immagine) di produrre delle modificazioni somatiche. Ovvero le rappresentazioni psichiche produrrebbero delle alterazioni dell'organismo tali da poter essere percepite in modo obiettivo e dimostrabile. In fisiologia si parlava ad esempio di “effetto Carpenter” ovvero di come la rappresentazione mentale di un movimento tenda a provocare degli impulsi motori registrabili elettromiograficamente.
Da qui l'idea risolutiva di Schultz: se la mente umana ha la capacità di generare un aumento di impulsi motori anche solo mediante la rappresentazione di un movimento, allora deve essere possibile anche il contrario, ovvero produrre una riduzione di impulsi e quindi un rilasciamento muscolare attraverso un processo mentale di rappresentazione di quiete. Quindi egli comprese che i processi mentali potevano provocare non solo modificazioni patologiche dell'organismo (come in tutti i disturbi psicosomatici), ma anche modificazioni positive in grado di riportare l'armonia in funzioni organiche e psichiche prima alterate. Ed infatti Schultz si rese conto che si poteva intervenire non solo sul tono muscolare, ma anche sui vari sistemi dell'organismo, quello cardio-circolatorio, quello respiratorio e il digerente, giungendo quindi ad una tranquillizzazione neurovegetativa generale
Allenamento che si genera da sé e commutazione
Il termine “Training” significa letteralmente “allenamento” (ma, vedremo, non si tratta di allenarsi ad un semplice rilassamento, come spesso si crede) e “Autogeno” vuol dire: “che si genera da sé”. In questo senso l'allenamento del Training Autogeno ha qualcosa di speciale, nel senso che i comportamenti risultanti, non sono “appresi”, così come ad esempio si impara a giocare a pallone, ma sono comportamenti “autogenerati” ai quali il soggetto in un certo senso assiste, man mano che, con costanza, migliora il suo grado di allenamento. Mentre nell'esperienza quotidiana ci si allena a fare qualcosa, nel Training Autogeno, invece, in un certo senso ci si allena a non fare.