I disturbi alimentari sono il primo fenomeno di "malattia globalizzata", che aumenta a vista d'occhio con il diffondersi di modelli culturali e stili di vita fondati sulla cultura del corpo e quello dell’apparire. E' un problema che va analizzato attraverso uno sguardo attento ed approfondito per cogliere ciò che non si riesce a vedere direttamente e andare a cercare oltre i "segni ed i sintomi".
La clinica ha ormai da tempo dimostrato come anoressia e bulimia sfociano in un sintomo che provoca un disagio psicologico latente, lacerante e indicibile, un mal di vivere che non trova parole per essere espresso, un profondo senso di vuoto che spesso si rivela legato ad un dramma familiare.
I sintomi dunque vogliono esprimere una "fuga dalla realtà", un estremo "bisogno di controllare" la propria vita e quella dell’Altro. Il soggetto "principalmente ragazze" è talmente assorbito nel pensiero ossessivo del corpo e del cibo da non lasciar spazio alla propria sofferenza.
Se si riesce a controllare il cibo, allora non si ha bisogno di niente: da qui le fantasie "di onnipotenza" delle ragazze afflitte da anoressia.
Si può pensare che dall'anoressia-bulimia, emerge il concetto di “corpo-ostaggio”: quello dell’anoressia è un vero e proprio auto sequestro per sottoporre l’altro, in primis i familiari, ad un ricatto. Ma il rischio di perdere il potere, il controllo su sé stessi e di cedere al cibo è imminente.
Quindi:
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Ogni minimo aumento di peso è vissuto come un fallimento del controllo sul proprio corpo.
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Il digiuno si trasforma allora nel suo contrario, nel desiderio di “divorare” tutto.
L'anoressico/bulimico si basa sulla logica del “tutto o niente”; non sono ammesse le mezze misure.
L’anoressica ha un disperato bisogno di tutto ed è proprio perché non può realisticamente aver tutto che sceglie di non avere niente. Emerge dunque l’idea secondo cui anoressia e bulimia sono non due scelte in antagonismo, bensì due facce della stessa medaglia, dove:
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l’anoressia riflette la realizzazione, momentanea, dell’Ideale dell’Io del soggetto,
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la bulimia è il naufragio di tale progetto di auto-regolazione a causa di una compulsione a ripetere sregolata ed incontenibile.
Si può asserire che le persone anoressiche sono in realtà “divorate” da una fame insaziabile d’amore e si rifiutano di accettare il cibo come surrogato materiale dell’amore.
E' facile:
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guardare i danni che si possono vedere sul corpo dell’anoressica/o che esibisce le ossa sotto i vestiti e richiama alla mente un’immagine di morte.
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Condannare il comportamento della bulimica/o che ingerisce enormi quantità di cibo per poi eliminarle attraverso il vomito.
Nell'epoca in cui viviamo si riscontra frequentemente che si tralascia il significato reale del sintomo anoressico-bulimico per ridurlo solo alla questione di un corpo da curare.
Pensiamo invece che queste due patologie possano nascondere in realtà un disperato bisogno d’amore.
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